In tema di espropriazione immobiliare, la sopravvenuta modifica delle norme relative alla vendita, nei limiti in cui essa sia applicabile per espressa opzione legislativa di disciplina transitoria (nel caso di specie in relazione alla possibilità di aggiudicazione a prezzo ribassato ai sensi dell’art. 572, comma 3, c.p.c.), diviene parte del regime proprio del relativo subprocedimento solo se richiamata nella sottesa ordinanza, ovvero imposta dall’esito della sua fondata impugnazione, attesa la necessaria immutabilità delle iniziali condizioni del subprocedimento di vendita, perché finalizzata a mantenere la parità di quelle condizioni tra i partecipanti alla gara in uno all’affidamento di ognuno di loro sulle stesse. Cass. Civ. Sez. III, sentenza del 5 ottobre 2018 n. 24570
In tema di liquidazione dell’attivo fallimentare, al giudice delegato è attribuito, ai sensi dell’art. 108, comma 3, legge fall. (nel testo “ratione temporis” applicabile), il potere discrezionale di disporre la sospensione della vendita – anche senza incanto, anche ad aggiudicazione avvenuta e prima che sia emesso il decreto di trasferimento, qualora sussista una notevole sproporzione tra il prezzo offerto e quello giusto, secondo la determinazione affidata al prudente apprezzamento del giudice. (Principio affermato dalla S.C. con riguardo alla presentazione di un’offerta in aumento rispetto al prezzo di aggiudicazione, inferiore a quello di stima). Cass. Civ. Sez. I, sentenza del 16 luglio 2010 n. 16755
In tema di espropriazione immobiliare, la regolarità formale della vendita non dipende dall’intestazione del verbale che, a rigore, nemmeno costituisce atto di esecuzione, ma dalle modalità con cui essa si svolge; ne consegue che un errore materiale contenuto nella predetta intestazione – nella specie, recante la dicitura «vendita di beni con incanto», mentre il giudice aveva proceduto con il sistema delle offerte a buste chiuse, (e, dunque, senza incanto) – non rappresenta un vizio che inficia un atto presupposto dell’aggiudicazione, né comunque configura una violazione della procedura di vendita suscettibile di censura con l’opposizione ex art. 617 cod. proc. civ. Cass. Civ. Sez. III, sentenza del 29 settembre 2009 n. 20814