1. Il titolo di città può essere concesso con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l’attuale importanza.
1. Il titolo di città può essere concesso con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l’attuale importanza.
1. Il titolo di città può essere concesso con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l’attuale importanza.
Va disattesa l’eccezione preliminare di inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’art. 54, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), come sostituito dall’art. 6 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 24 luglio 2008, n. 125, prospettata in relazione al fatto che i vizi di legittimità costituzionale denunciati dal rimettente costituirebbero, in realtà, vizi dell’atto amministrativo oggetto dell’impugnazione davanti al TAR rimettente; quest’ultimo, infatti, ha esplicitamente scartato possibili interpretazioni conformi a Costituzione, in tal modo motivando sulla rilevanza della questione in modo plausibile. Sull’ammissibilità della questione di legittimità costituzionale in conseguenza di una plausibile motivazione sulla rilevanza v., tra le altre, le sentenze n. 140 del 2009, n. 227 e n. 265 del 2010. (Corte Costituzionale Sentenza 7 aprile 2011 n. 115)
La non veridicità della dichiarazione sostitutiva presentata alla P.A. comporta la decadenza dai benefici eventualmente conseguiti, ai sensi dell’art. 75 del d.P.R. n. 445 del 2000, indipendentemente da ogni indagine circa l’elemento soggettivo del dichiarante, ponendosi non come sanzione, ma quale effetto dell’assenza, successivamente accertata, dei requisiti richiesti. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che aveva ritenuto decaduto dal diritto all’inserimento nella graduatoria del personale ATA un concorrente che aveva presentato un’autocertificazione falsa in ordine all’assenza di precedenti penali). (Corte di Cassazione Sezione L Civile Sentenza 23 settembre 2016 n. 18719)
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