Non sussiste la violazione del principio di correlazione, tra accusa e sentenza, qualora, ancorché non formalmente contestata nel capo di imputazione, sia ritenuta in sentenza l’ipotesi aggravata del reato di falso in atto pubblico, ex art. 476, comma secondo, cod. pen., purché la natura fidefacente dell’atto considerato falso sia stata chiaramente indicata “in fatto” ed emerga inequivocamente dalla tipologia dell’atto oggetto del falso. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto che non potevano esserci dubbi sull’effettiva contestazione del reato in forma aggravata poichè nelle sentenze di primo e secondo grado i giudici di merito avevano qualificato il bilancio comunale come atto pubblico fidefacente). (Corte di Cassazione Sezione 5 Penale Sentenza 19 luglio 2018 n. 33843)
Il riscatto anticipato è infatti istituto tipico del vecchio ordinamento, strettamente collegato alla possibilità, per l’Ente, di optare per una gestione diretta del servizio che, seppure non esplicitamente abrogato dal decreto delegato (anche perché il regio decreto n. 2578 del 1924 riguardava tutti i servizi pubblici assunti dai Comuni e non soltanto la distribuzione del gas), non può più avere cittadinanza nel nuovo assetto normativo, non essendo fra l’altro compatibile con un rapporto di durata limitato e definito esplicitamente come “contrattuale”. (Consiglio di Stato Sezione 5 Sentenza 14 giugno 2004 n. 3823)