1. Donazione diretta e indiretta
La donazione può essere di due tipi:
- diretta: se l’immobile è già di proprietà dei genitori e questi lo vogliono trasferire al figlio;
- indiretta: se i genitori donano al figlio il denaro necessario per l’acquisto della casa.
La donazione è diretta se le parti devono redigere un atto di donazione in presenza di un notaio e di due testimoni.
Le donazioni indirette sono previste dall’articolo 809 del codice civile che cita gli “atti di liberalità” diversi dalla donazione e a cui si applicano le stesse norme valide per quest’ultima.
Con la donazione indiretta i genitori donano al figlio la somma necessaria a saldare il prezzo di vendita (o una parte) lasciando poi che sia questi a versarla al venditore. La somma viene così bonificata sul conto corrente del figlio o gli viene fornita tramite assegni non trasferibili.
È necessario specificare, nella causale del bonifico, che l’importo viene dato proprio per comprare la casa; inoltre l’atto di compravendita deve specificare che i soldi utilizzati per pagare la casa provengono da una donazione dei genitori; diversamente l’atto verrà inteso come una generica donazione e, per il suo compimento, sarà necessario recarsi dal notaio.
Potrebbe anche accadere che i genitori decidano di pagare direttamente il venditore, versandogli il prezzo e lasciando che questi venda il bene al figlio. In tal caso, si deve andare dal notaio solo per l’atto di compravendita, senza che vi sia la necessità di formalizzare anche la donazione dal notaio.
Facciamo un esempio per chiarire meglio: Paolo acquista una casa per il figlio Gianluca con i propri soldi, però non compare nel contratto di compravendita. È una donazione indiretta perché è Paolo che, di fatto, acquista l’immobile, ma la casa è intestata a suo Gianluca ed è quest’ultimo a risultare nel contratto.
2. Problemi di eredità e come evitarli
Quando ci sono più figli, la donazione della casa a un solo di questi può causare seri problemi in sede di divisione dell’eredità del genitore donante. La legge prevede infatti che, seppure i figli non debbano ricevere la stessa quota di eredità, ciascuno di loro abbia diritto a una quota minima, la cosiddetta legittima, che non può essere lesa in alcun modo neanche con il testamento.
Se dunque la donazione della casa incide sulle quote di legittima degli altri figli-coeredi, questi potrebbero – entro 10 anni dall’apertura della successione, ovvero dalla morte del genitore donante – impugnare giudizialmente la donazione per una divisione equa del patrimonio ereditario.
3. La collazione
La collazione è l’obbligazione per cui taluni soggetti che accettano l’eredità e che hanno ricevuto donazioni in vita dal soggetto della cui eredità si tratta, hanno l’obbligo di conferire nell’asse ereditario quanto ricevuto, al fine di formare le porzioni.
Oggetto della collazione sono tutte le donazioni, sia dirette, sia indirette.
Ci sono diversi modi per ovviare a questa situazione.
Il primo è un atto di rinuncia alla contestazione da parte dei coeredi: atto che però ha lo svantaggio di poter essere firmato solo dopo la morte del genitore donante e non prima perché, per la legge italiana, non ci si può accordare preventivamente sulla successione futura.
Il secondo modo è quello di donare la casa a tutti i figli e poi lasciare che questi donino a loro volta la propria quota all’unico fratello. C’è però bisogno del consenso di tutti e, in più, bisogna effettuare una serie di atti di donazione che rendono questa soluzione decisamente poco conveniente dal punto di vista economico.
La terza via, scelta da molti, è quella di simulare una vendita al posto della donazione. Le vendite non possono essere infatti contestate alla morte del donante. A tal fine, però, sarà necessario che vi sia lo spostamento di denaro dal conto del donatario (il figlio) al donante (il genitore).
4. Conclusione
Quando giunge il momento in cui si è chiamati ad accettare o a rifiutare un’eredità spesso non si è consapevoli di quali siano le conseguenze e di quali vantaggi o svantaggi possono derivare dalle proprie scelte.
È necessario dunque informarsi in maniera approfondita sebbene la maggior parte delle volte questo non basti poiché risulta assai complicato destreggiarsi tra i vari istituti giuridici e, quindi, far valere i propri diritti.
È quindi importante affidarsi sempre al parere di un legale che evita di commettere passi falsi.