Il reato di procurata incapacità mediante somministrazione di sostanze stupefacenti previsto dall’art. 613 c.p. non può concorrere con la rapina aggravata ai sensi del n. 2 comma terzo dell’art. 628 c.p. che riguarda il caso in cui la violenza sia consistita nel porre taluno in stato di incapacità di volere o di agire in quanto quest’ultimo reato così circostanziato è costituito dalla fusione del reato di furto con quello di procurata incapacità dando luogo ad un’unica fattispecie criminosa secondo il principio di specialità che regola il concorso apparente di norme e che trova applicazione specifica nella configurazione del reato complesso. Cass. pen. sez. II 31 dicembre 2004 n. 50155
Il reato di cui all’art. 613 c.p. concernente lo stato di incapacità procurato mediante violenza può essere accertato anche esclusivamente mediante prova per testi in ossequio al principio del libero convincimento del giudice e all’insussistenza nel vigente ordinamento processuale di una gerarchia dei mezzi di prova. Cass. pen. sez. V 14 ottobre 1986 n. 10841
Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 613 c.p. è necessario che il soggetto passivo sia stato posto in stato di incapacità di intendere e di volere cioè in quello stato in cui il soggetto a norma dell’art. 85 c.p. se commette un fatto preveduto dalla legge come reato non è imputabile. Ciò distingue questa ipotesi criminosa del delitto di cui all’art. 643 c.p. che si riferisce ad uno stato di infermità o deficienza psichica che non richiede una completa assenza delle facoltà mentali o una totale mancanza della capacità di intendere e di volere mentre è sufficiente che ricorra una minorata capacità psichica uno stato di menomazione del potere di critica e di indebolimento di quello volitivo tale da rendere possibile l’altrui opera di suggestione o da agevolare l’induzione svolta dal soggetto attivo per raggiungere il suo fine illecito. Cass. pen. sez. II 27 giugno 1985 n. 6610