Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 608 cod. pen. non è sufficiente l’impiego della violenza nei confronti della persona in custodia pur potendo atti di violenza sica (quali percosse lesioni e simili) riconducibili ad altre ipotesi di reato integrare anche il reato in questione laddove incidano sulla sfera di libertà personale del soggetto passivo determinandone una limitazione aggiuntiva rispetto a quella consentita. (In motivazione la Corte ha precisato che in tal caso il delitto previsto dall’art. 608 cod. pen. concorre con quelli di percosse lesioni e simili). Cass. pen. sez. V 7 giugno 2018 n. 26022
Integra il delitto di cui all’art. 608 c.p. (abuso di autorità contro arrestati o detenuti) la condotta del pubblico ufficiale che sottoponga la persona arrestata di cui abbia la custodia a misure di rigore non consentite dalla legge e vessazioni di guisa che la sfera di libertà personale del soggetto passivo subisca un’ulteriore restrizione oltre quella legale insita nella custodia. (In applicazione di tale principio la S.C. ha ritenuto immune da censure la valutazione del giudice di merito che ha ritenuto integrato il delitto di cui all’art. 608 c.p. nella condotta di alcuni carabinieri che avevano condotto un minore tratto in arresto nel garage della caserma dove lo avevano costretto a stare seduto con i piedi sollevati per essere colpito ai malleoli a subire il gioco del soldato ecc. così ponendo in essere una nuova e diversa costrizione rispetto a quella legale da cui era derivata la lesione della residua libertà del minore). Cass. pen. sez. V 21 luglio 2004 n. 31715
Per configurare il reato di cui all’art. 608 c.p. non basta l’impiego della violenza nei confronti della persona in custodia ma occorre che la sfera di libertà personale del soggetto passivo subisca per effetto della violenza un’ulteriore restrizione. Cass. pen. sez. VI 11 ottobre 1982 n. 9003