Art. 704 – Codice di Procedura Civile

(R.D. 28 ottobre 1940, n. 1443 - Aggiornato alla legge 26 novembre 2021, n. 206)

Domande di provvedimento possessorio nel corso di giudizio petitorio

Articolo 704 - codice di procedura civile

Ogni domanda relativa al possesso (1140 ss. c.c.), per fatti che avvengono durante la pendenza del giudizio petitorio, deve essere proposta davanti al giudice di quest’ultimo.
La reintegrazione nel possesso può essere tuttavia domandata al giudice competente a norma dell’articolo 703, il quale dà i provvedimenti temporanei indispensabili; ciascuna delle parti può proseguire il giudizio dinanzi al giudice del petitorio, ai sensi dell’articolo 703 (1).

Articolo 704 - Codice di Procedura Civile

Ogni domanda relativa al possesso (1140 ss. c.c.), per fatti che avvengono durante la pendenza del giudizio petitorio, deve essere proposta davanti al giudice di quest’ultimo.
La reintegrazione nel possesso può essere tuttavia domandata al giudice competente a norma dell’articolo 703, il quale dà i provvedimenti temporanei indispensabili; ciascuna delle parti può proseguire il giudizio dinanzi al giudice del petitorio, ai sensi dell’articolo 703 (1).

Note

(1) Questo comma è stato così sostituito dall’art. 2, comma 3, lett. e bis), n. 8), del D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, nella L. 14 maggio 2005, n. 80.
A norma dell’art. 2, comma 3
quinquies, dello stesso provvedimento, come modificato dall’art. 1, comma 6, della L. 28 dicembre 2005, n. 263 e dall’art. 39 quater del D.L. 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, nella L. 23 febbraio 2006, n. 51, questa disposizione entra in vigore il 1° marzo 2006 e si applica ai procedimenti instaurati successivamente a tale data.
Si riporta il comma precedente: «La reintegrazione del possesso può essere tuttavia domandata al giudice competente a norma dell’articolo 703, il quale dà i provvedimenti temporanei indispensabili e rimette le parti davanti al giudice del petitorio».

Massime

Allorquando il convenuto in azione possessoria – per turbativa del possesso derivante dall’inosservanza della distanza legale rispetto a una preesistente costruzione dell’attore – prospetti la legittimità del proprio operato come conseguenza delle modalità di esercizio del diritto di prevenzione da parte dell’attore stesso, è indispensabile, sia pure ai soli effetti possessori, accertare l’esistenza e i limiti di tale diritto, sicché non comporta violazione del divieto del cumulo del petitorio con il possessorio l’indagine del giudice su detta prevenzione, volta unicamente a stabilire l’estensione delle facoltà rispetto alle quali il possessore può ricevere tutela. Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 2988 del 31 gennaio 2019

L’art. 704 cod. proc. civ., devolvendo la competenza per la domanda possessoria al giudice del giudizio petitorio, deroga alla regola generale della competenza in materia possessoria e non è applicabile, quindi, oltre i casi in esso considerati, che presuppongono la connessione oggettiva delle due cause, l’anteriorità del giudizio petitorio rispetto all’accadimento dei fatti dedotti come lesivi del possesso e l’identità soggettiva delle parti, la quale ricorre quando tutte le parti del giudizio possessorio siano presenti nel giudizio petitorio, essendo irrilevante soltanto che a quest’ultimo partecipino anche altri soggetti. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 810 del 16 gennaio 2014

In tema di concorso tra giudizio possessorio e giudizio petitorio, il passaggio in giudicato della sentenza di rigetto di separata domanda di accertamento della proprietà, proposta da parte dell’attore in possessorio, non fa automaticamente venir meno la protezione giuridica del potere di fatto, a prescindere dal titolo che lo possa giustificare, né preclude al giudice del procedimento possessorio, in ipotesi ancora pendente, di emettere una pronuncia di reintegrazione, giacché la tutela del possesso è destinata a cedere non a fronte dell’accertamento, nel giudizio petitorio, che il possessore non è proprietario, quanto del diritto incompatibile spettante all’autore dello spoglio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2371 del 17 febbraio 2012

Ai sensi dell’art. 704 c.p.c., il provvedimento possessorio emesso nel corso del giudizio petitorio ha natura esclusivamente interinale ed è destinato ad essere assorbito dalla pronuncia che conclude il procedimento a cognizione piena nel quale è stato emesso. Se ne deve, pertanto, escludere, l’idoneità al giudicato e l’assoggettabilità ad esecuzione forzata, trovando esclusiva applicazione il procedimento di attuazione regolato dall’art. 669 duodecies c.p.c. proponibile davanti al giudice che ha emesso l’interdetto. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16220 del 16 giugno 2008

La proposizione del ricorso possessorio davanti al giudice del procedimento petitorio, disposta dall’art. 704 c.p.c., in deroga agli ordinari principi di competenza, non trova applicazione quando i fatti lesivi del possesso siano stati commessi anteriormente all’instaurazione del giudizio petitorio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15231 del 9 giugno 2008

In materia possessoria, l’art. 704 c.p.c., che prevede che le domande relative al possesso per fatti che avvengono nel corso del giudizio petitorio siano proposte dinanzi al giudice di quest’ultimo, non configura una ipotesi di litispendenza e neppure di continenza, né tra le cause è ravvisabile un vincolo di subordinazione o di garanzia o di pregiudizialità, ma piuttosto un vincolo di connessione impropria, che giustifica la vis atractiva del secondo giudizio sul primo; ne consegue che non è necessario che tra giudizio possessorio e petitorio vi sia identità di soggetti, essendo sufficiente, oltre all’identità del bene oggetto dello spoglio, una identità almeno parziale tra i soggetti, nel senso che le parti del giudizio possessorio siano presenti nel petitorio, senza che sia necessaria una perfetta e totale coincidenza neppure delle posizioni processuali assunte nell’altro giudizio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11346 del 21 luglio 2003

La rimessione del giudizio possessorio al giudice del procedimento petitorio, ai sensi dell’art. 704 c.p.c., secondo comma, non può esser disposta dal giudice di secondo grado, adito avverso il provvedimento che ha definito il giudizio possessorio, perché la connessione non incide sulla competenza per gradi. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15659 del 12 novembre 2000

Non è ricorribile, neppure ai sensi dell’art. 111 della Costituzione, il provvedimento emesso dal tribunale in sede di reclamo, ai sensi dell’art. 669 terdecies c.p.c., avverso l’ordinanza con la quale il pretore, adito in possessorio ai sensi dell’art. 704, secondo comma, c.p.c. nel corso del giudizio petitorio, abbia negato i provvedimenti temporanei limitandosi a chiudere così la fase sommaria, senza rimettere espressamente le parti davanti al giudice del petitorio. Né conta che vi sia stata condanna alle spese del giudizio, atteso che, contro tale provvedimento, conclusivo della fase sommaria, è espressamente prevista l’opposizione ai sensi degli artt. 645 e seguenti c.p.c., entro venti giorni dalla comunicazione, salvo che la parte, in mancanza di rimessione da parte del pretore, non ritenga di proseguire nel giudizio riassumendolo, per la seconda fase davanti al tribunale competente per il petitorio, ai sensi dell’art. 50 c.p.c., nel qual caso, in quella sede, si potrà richiedere la revoca della pronuncia sulle spese. Invero, il provvedimento urgente di interdizione o di rigetto, del quale la decisione sulle spese è parte integrante, ha carattere strumentale rispetto al successivo giudizio ed è passibile, quindi, di revisione nella fase ordinaria relativa al merito possessorio. Non può, pertanto, considerarsi definitiva neppure la condanna alle spese, non essendo idonea a produrre effetti di diritto sostanziale e processuale con autorità di giudicato, sicché, neanche sotto tale profilo, il ricorso sarebbe ammissibile. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1136 del 2 febbraio 2000

Nessun ostacolo alla devoluzione ex art. 704 c.p.c. al giudice della causa petitoria della cognizione del merito possessorio può derivare dall’avvenuta definizione della prima, essendo soltanto necessario, onde determinare lo spostamento di cui alla menzionata norma, che il ricorso per interdetto possessorio sia stato proposto nella «pendenza» del giudizio petitorio. Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13037 del 24 novembre 1999

Introdotto il procedimento per la tutela cautelare d’urgenza, ed instaurato il conseguente giudizio di merito nel termine perentorio fissato dal pretore, la pendenza del giudizio petitorio, ai fini dell’operatività degli artt. 704 e 705 del codice di rito, è determinata dalla notificazione del ricorso ex art. 700 c.p.c. e non anche dalla notificazione della citazione per il giudizio di merito, in quanto, pur essendo il giudizio cautelare d’urgenza distinto ed autonomo rispetto a quello petitorio, tra l’uno e l’altro procedimento non è dato ravvisare soluzione di continuità, attesa la stretta connessione ed interdipendenza tra giudizio di merito e giudizio cautelare, la cui funzione soltanto strumentale, sussidiaria e propedeutica traspare dal relativo provvedimento il cui contenuto, meramente anticipatorio, è destinato ad essere sostituito dalla definitiva decisione adottata nel giudizio petitorio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10363 del 22 ottobre 1997

La competenza a conoscere delle domande relative al possesso, da parte del giudice investito della causa petitoria, ai sensi dell’art. 704, primo comma, c.p.c., sussiste soltanto se i fatti posti a fondamento delle domande medesime siano avvenuti in pendenza di questa causa, dovendosi in ogni altro caso e, pertanto, anche in quello di fatti anteriori, tenere ferma la competenza del pretore relativamente alle azioni possessorie, quale stabilita dalla norma generale di cui all’art. 8, secondo comma, n. 1, c.p.c. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12099 del 22 novembre 1995

La deroga alla competenza esclusiva attribuita al pretore in materia possessoria, nel caso di pendenza tra le stesse parti di un giudizio petitorio relativo alla cosa oggetto della tutela possessoria, va ravvisata soltanto in relazione ai giudizi in cui si converta sul diritto di proprietà o su altro diritto reale e non anche a quelli aventi ad oggetto la cosa per cui si controverte nel giudizio possessorio, ma originati da pretese di carattere restitutorio o di altro genere, fondate su rapporti obbligatori. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3035 del 15 marzo 1995

Per il disposto dell’art. 704 c.p.c. le domande relative al possesso per fatti che avvengano durante la pendenza del giudizio petitorio devono proporsi al giudice di questo ultimo ed essere decise nello stesso processo, avendo i provvedimenti possessori emessi dal giudice del petitorio o dal pretore a norma del secondo comma dell’art. 704 c.p.c. carattere puramente incidentale, ed essendo destinati a venir assorbiti dalla sentenza definitiva che decide la controversia petitoria e che costituisce l’unico titolo per regolare in via definitiva i rapporti di natura possessoria e o petitoria in contestazione tra le parti, con la conseguenza che il giudice del petitorio, una volta esclusa l’esistenza del diritto da cui si pretende derivare il possesso, deve necessariamente negare che quest’ultimo sia suscettibile di protezione giuridica con la conseguente revoca degli stessi provvedimenti possessori interinali. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3718 del 19 aprile 1994

L’art. 704 c.p.c., derogando alla generale regola della competenza funzionale del pretore in materia possessoria (artt. 8 e 703 c.p.c.), riserva al giudice del giudizio petitorio la competenza sulla domanda possessoria solo quando questa sia relativa a fatti successivamente commessi dalle parti del predetto giudizio e presuppone, pertanto, non solo la connessione oggettiva delle due cause e l’anteriorità del giudizio petitorio rispetto all’accadimento dei fatti dedotti come lesivi del possesso ma anche l’identità soggettiva delle parti, la quale ricorre solo se tutte le parti del giudizio possessorio siano presenti in quello petitorio ed esclude, conseguentemente, la possibilità di estendere al giudice del giudizio petitorio la competenza sulle domande possessorie proposte da una delle parti del giudizio petitorio contro i terzi estranei a tale giudizio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9845 del 5 ottobre 1993

L’art. 704 c.p.c. nel disporre che le azioni possessorie per fatti che avvengano durante la pendenza del giudizio petitorio devono essere proposte davanti al giudice di quest’ultimo, pone in essere una deroga per ragioni di connessione alla competenza funzionale devoluta al pretore in materia possessoria e pertanto la norma, dovendo interpretarsi restrittivamente, non può implicare il sacrificio del doppio grado di giurisdizione, onde il pretore non può declinare la propria competenza a favore del giudice del petitorio quando questo penda in grado di appello. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2444 del 26 febbraio 1993

In materia possessoria lo spostamento – a norma dell’art. 704 c.p.c., – della competenza esclusiva del pretore in favore di quella del tribunale adito in sede petitoria si verifica solo quando tale giudizio sia stato instaurato per contestare, con finalità recuperatorie della cosa (o del godimento pieno o della libertà della stessa), che il soggetto con cui questa è in rapporto (jus possessionis), abbia anche il diritto di possederla ed i fatti lesivi successivamente verificatisi abbiano inciso su quella situazione di possesso, ma non anche nel caso in cui abbia ad oggetto il ripristino di una detenzione cosiddetta autonoma o qualificata, in corrispondenza ad un rapporto solo obbligatorio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8744 del 25 agosto 1990

Il provvedimento con il quale il pretore adito con domanda di reintegrazione nel possesso, per la quale si configuri la competenza del giudice del petitorio ai sensi dell’art. 704 c.p.c., (emessi o denegati – in base ad una cognizione sommaria ed in via incidentale – i provvedimenti immediati da detto articolo previsti) rimette le parti davanti al giudice del petitorio, ha natura sostanziale di sentenza che decide solo ed esclusivamente sulla competenza, senza alcuna pronuncia di merito, onde è impugnabile unicamente con il regolamento (necessario) di competenza. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7645 del 30 luglio 1990

L’equiparazione del cosiddetto detentore qualificato al possessore vero e proprio ai fini della legittimazione all’azione di reintegrazione (art. 1168 c.c.), non trova deroga con riguardo alla disciplina disposta negli artt. 703 e ss. c.p.c., sicché ai fini della discriminazione della competenza nelle ipotesi previste dall’art. 704 c.p.c. il termine «giudizio petitorio» contenuto nello stesso art. 704, va interpretato estensivamente, ricomprendendo in esso anche le cause in cui il diritto relativo alla cosa oggetto della tutela ex art. 1168 c.p.c. abbia natura non reale, in conformità alla ratio ispiratrice della norma (art. 704, secondo comma, c.p.c.) che attribuisce la rivedibilità dei «provvedimenti temporanei indispensabili» concessi dal pretore al giudice che, per essere stato investito della cognizione piena della controversia, si trova nelle condizioni migliori per attuarla. (Nella specie, il pretore, emessi i richiesti provvedimenti interdittali a favore dei detentori qualificati di un immobile che agivano in reintegrazione, aveva rimesso le parti ai sensi del secondo comma dell’art. 704 c.c., al tribunale, presso cui pendeva una causa riguardante l’esecuzione specifica dell’obbligo di concludere il contratto definitivo di vendita dello stesso immobile, nonché la risoluzione del relativo preliminare, intervenuto tra il proprietario del bene ed uno dei due detentori. La Suprema Corte ha dichiarato la competenza del tribunale, rigettando il ricorso per regolamento di competenza contro il provvedimento pretorile). Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4174 del 15 maggio 1990

La domanda possessoria resta sottratta alla competenza per materia del pretore e devoluta al giudice della causa petitoria, a norma dell’art. 704, comma primo, c.p.c., solo quando, oltre agli ulteriori elementi costitutivi della fattispecie derogatoria (anteriorità della proposizione dell’azione petitoria rispetto a quella possessoria; posteriorità dell’accadimento dei fatti prospettati come lesivi del possesso rispetto all’instaurazione del giudizio petitorio; connessione oggettiva tra i due procedimenti), concorra il requisito dell’identità soggettiva delle parti, per la sussistenza del quale, se è irrilevante che nel giudizio petitorio siano presenti anche altre parti, è però necessario che tutte le parti del giudizio possessorio siano anche parti in quello petitorio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1398 del 20 marzo 1989

In tema di controversie possessorie, la competenza per materia del pretore può essere derogata a favore del giudice del petitorio, qualora tale giudizio, sia instaurato anteriormente a quello possessorio, nonché sia ancora pendente. Tale contemporanea pendenza deve riscontrarsi con riferimento allo stato del processo petitorio al momento della decisione sulla competenza del giudizio possessorio e così deve escludersi se a tal momento la causa petitoria sia stata già decisa atteso che – con la conclusione del giudizio petitorio – non sussiste più l’esigenza ispirata a ragioni di opportunità, che i provvedimenti interinali per fatti riguardanti il possesso, verificatisi nel corso della causa petitoria, siano emessi dal giudice di quest’ultima. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 813 del 5 febbraio 1985

La deroga alla competenza pretorile in materia possessoria, prevista per ragioni di connessione dall’art. 704 c.p.c., non si configura quando, non essendo più pendente in primo grado la controversia petitoria, i due procedimenti (petitorio e possessorio) si trovano in diversa fase processuale, nel qual caso, con riferimento al sistema delineato negli artt. 31 e ss. c.p.c., non è applicabile l’art. 704 citato per l’impossibilità giuridica di riunire le due cause ai fini del simultaneus processus. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1517 del 5 marzo 1984

Qualora il proprietario di un fondo agisca in via petitoria nei confronti del vicino, denunciando che questi ha realizzato un fabbricato senza rispettare la distanza legale da suoi immobili (già costruiti), e, successivamente, detto convenuto in sede petitoria agisca in via possessoria per la manutenzione nel possesso di quel fabbricato, in relazione ad una costruzione intrapresa dall’altro contendente senza l’osservanza della distanza legale, deve escludersi che la competenza del pretore sulla domanda possessoria possa trovare deroga in favore del giudice del procedimento petitorio, secondo la previsione dell’art. 704 c.p.c., in considerazione della diversità degli immobili oggetto dell’uno e dell’altro giudizio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7426 del 16 dicembre 1983

Qualora il pretore, adito con azione di reintegrazione nel possesso, ravvisi la competenza del tribunale, davanti al quale sia pendente giudizio petitorio, e rimetta a questi la causa ai sensi dell’art. 704 primo comma c.p.c., senza emettere provvedimenti interinali, il giudice istruttore del tribunale, cui venga richiesto di adottare detti provvedimenti, ove non ritenga sussistere la competenza del tribunale, deve rimettere la causa al collegio e non può richiedere d’ufficio il regolamento di competenza, ai sensi dell’art. 45 c.p.c., dato che la legittimazione in proposito spetta esclusivamente al giudice che potrebbe determinare un a situazione di conflitto sulla competenza in quanto munito del potere di emanare sentenze. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6894 del 19 novembre 1983

Poiché il principio della perpetuatio iurisdictionis non comporta che debba o possa negarsi rilevanza ai nuovi fatti che attribuiscano al giudice adito la competenza originariamente insussistente, il pretore, adito in sede possessoria mentre è in corso in primo grado la controversia petitoria, non può declinare la propria competenza a favore del giudice del petitorio, anteriormente adito a norma dell’art. 704 c.p.c., quando al momento della decisione il giudizio petitorio risulti già definito in primo grado. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5224 del 29 luglio 1983

Il giudice del petitorio, al fine di ritenere inammissibile la domanda proposta davanti a lui dalla parte preventivamente convenuta in giudizio possessorio, deve accertare soltanto il fatto della pendenza e della preesistenza di quest’ultimo giudizio, senza compiere alcuna indagine in ordine alla regolarità della notificazione del ricorso in possessorio, che spetta esclusivamente al giudice del relativo giudizio, tranne che non si tratti di una radicale inesistenza dell’atto, che non consenta neppure di identificare l’attore in petitorio con il convenuto nel giudizio possessorio. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 389 del 11 febbraio 1974

Anche nei casi preveduti dall’art. 704 c.p.c. il pretore conserva, a norma del secondo comma dello stesso articolo, il potere di dare i provvedimenti urgenti. Per stabilire se si verifichi o meno in concreto una ipotesi di deroga alla competenza pretorile a norma dell’art. 704 c.p.c. si deve guardare non già al momento della proposizione nel ricorso introduttivo dell’azione possessoria, bensì a quello in cui il pretore deve emettere la propria decisione. Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1106 del 17 aprile 1971

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