Gli effetti dell’intimazione cessano, se il locatore non comparisce all’udienza fissata nell’atto di citazione (314, 315).
Gli effetti dell’intimazione cessano, se il locatore non comparisce all’udienza fissata nell’atto di citazione (314, 315).
Gli effetti dell’intimazione cessano, se il locatore non comparisce all’udienza fissata nell’atto di citazione (314, 315).
Nel caso di declaratoria di estinzione del procedimento di convalida, a seguito di applicazione dell’art. 662 c.p.c. – per mancata comparizione del locatore intimante all’udienza fissata nell’atto di citazione ed in assenza di istanza del conduttore intimato, comparso a detta udienza, di procedersi all’accertamento negativo del diritto azionato, previo mutamento del rito -, il locatore-intimante non può essere condannato al pagamento delle spese di procedimento, che invece vanno poste a carico delle parti che le hanno anticipate, in applicazione analogica dell’art. 310 c.p.c.. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19425 del 30 settembre 2016
Nel procedimento per convalida di sfratto, ove il locatore intimante non compaia all’udienza indicata nell’atto di citazione ed il conduttore intimato, comparso a tale udienza, chieda la condanna del locatore alle spese, è impugnabile con l’appello, e non con il ricorso straordinario per cassazione, il provvedimento col quale il giudice, ai sensi dell’art. 662 c.p.c., dichiarata l’estinzione del procedimento di convalida, ponga le spese di giudizio a carico dell’intimante, trattandosi di provvedimento decisorio di merito in relazione al quale manca – a differenza di quanto previsto dall’art. 306 comma 4, c.p.c., – un’espressa previsione di non impugnabilità. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15933 del 20 settembre 2012
Presupposto necessario della cessazione degli effetti processuali dell’intimazione di sfratto per morosità ai sensi dell’art. 662, c.p.c., è la mancata comparizione del locatore all’udienza fissata nell’atto di citazione e, pertanto, detta norma non è applicabile, qualora il locatore compaia a detta udienza, sia pure allo scopo di dare atto della propria desistenza, chiedendo che sia dichiarata cessata la materia del contendere, soprattutto nel caso in cui il conduttore abbia contestato l’inadempimento, proponendo domanda riconvenzionale nei confronti del locatore. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12117 del 19 agosto 2003
La mancata comparizione del locatore all’udienza fissata per la convalida (anche nel caso di rinvio d’ufficio ex artt. 168 bis c.p.c. e 82 disp. att. stesso codice) fa perdere alla intimazione tutti gli effetti di carattere processuale (salvi quelli sostanziali di impedire, ad esempio, la rinnovazione tacita del contratto) e, cioè, il venir meno della possibilità di divenire titolo esecutivo nonché l’altro effetto della possibile trasformazione del procedimento in un ordinario giudizio di cognizione, non potendo la citazione, contenuta nell’intimazione, conservare in tale caso il carattere di atto autonomo distinto. Pertanto, qualora all’udienza anzidetta non compaiano né il locatore né il conduttore, il giudice, ai sensi dell’art. 662 c.p.c. — norma speciale in deroga alla norma generale dell’art. 181 c.p.c. — deve dichiarare estinto il procedimento di convalida con la conseguenza che ove, invece, rinvii la causa ad altra udienza in cui, comparso il locatore, convalida la licenza (o lo sfratto), il provvedimento è nullo. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4171 del 18 giugno 1988
La cessazione degli effetti dell’intimazione, nel procedimento per convalida di sfratto, a seguito della mancata comparizione del locatore all’udienza fissata nell’atto di citazione, si verifica anche quando la mancata comparizione dipenda dal fatto che non si sia provveduto all’iscrizione della causa al ruolo, ricorrendo anche in tale ipotesi, ed a maggior ragione, la presunzione di abbandono dell’azione cui la legge ricollega l’indicato effetto, e tenuto conto, altresì, che nei procedimenti dinanzi al conciliatore ed al pretore non è necessaria la preventiva costituzione in cancelleria, potendo questa avere luogo nel giorno stesso dell’udienza fissata in citazione. L’ordinanza di convalida non può essere pertanto emanata all’udienza fissata con atto riassuntivo ex art. 307 c.p.c., salvo che tale atto non presenti i necessari requisiti di forma e di sostanza tali da farlo valere come nuova intimazione ed ulteriore citazione per la convalida. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2082 del 24 marzo 1983
Nel procedimento per convalida di sfratto, la mancata comparizione del locatore, all’udienza fissata per la convalida, determina, a norma dell’art. 662 c.p.c., la cessazione degli effetti processuali dell’intimazione, ma non anche il venir meno della portata sostanziale dell’intimazione stessa quale dichiarazione del locatore, diretta al conduttore, di voler far cessare il rapporto e conseguire la disponibilità del bene locato. Nonostante la mancata comparizione del locatore, si deve, pertanto, riconoscere all’intimato la facoltà di costituirsi e di provocare l’accertamento negativo del dedotto diritto alla cessazione del rapporto, trasformando così il procedimento speciale in un ordinario giudizio di cognizione. In tale giudizio il locatore potrà successivamente costituirsi, rimanendo precluso al conduttore di invocare tardivamente gli indicati effetti estintivi previsti dall’art. 662 c.p.c. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2263 del 6 giugno 1975
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