Ai sensi dell’art. 44 cod. civ. la residenza originaria si considera immutata sino alla regolare denunzia del trasferimento sicché non può essere rimesso in termini ex art. 294 cod. proc. civ. il contumace che lamenti di non aver avuto notizia dell’atto di citazione notificatogli presso la residenza originaria essendosene allontanato senza dare disposizioni per essere prontamente informato di quanto a lui indirizzato Cass. civ. sez. II 9 maggio 2014 n. 10183
La parte che non si sia costituita tempestivamente in giudizio non può essere rimessa in termini ai sensi dell’art. 294 c.p.c. quando deduca che la costituzione le sia stata impedita da uno stato di malattia perché tale stato non può considerarsi una causa di impedimento ad essa non imputabile essendo in ogni caso possibile il rilascio di una procura “ad hoc” per la costituzione Cass. civ. sez. II 2 gennaio 2014 n. 7
L’istituto della rimessione in termini del contumace di cui all’art. 294 c.p.c. mentre può trovare applicazione nel giudizio di appello in forza del rinvio di cui all’art. 359 c.p.c. è inapplicabile al procedimento avanti alla Corte in cassazione in assenza di una norma di rinvio Cass. civ. sez. III 19 ottobre 2006 n. 22402
Perché la parte rimasta contumace sia ammessa a proporre l’impugnazione dopo il decorso del termine annuale di cui all’art. 327 c.p.c. non è sufficiente l’omissione o la nullità della notificazione degli atti che devono essere notificati alla parte contumace a norma dell’art. 292 c.p.c. poiché l’interessato – in considerazione del tenore della disposizione del secondo comma dell’art. 327 e della sua finalità (limitare l’eccezione alla formazione del giudicato ai soli casi in cui il contumace non abbia avuto in alcun modo conoscenza del processo) – ha l’onere di provare anche la nullità della citazione introduttiva o della sua notificazione e la mancata conoscenza del processo a causa delle nullità considerate dalla norma. Ne consegue che in difetto di queste condizioni la decadenza dall’impugnazione si verifica anche con riferimento alle domande nuove proposte nei confronti del contumace che allo stesso non siano state notificate in violazione dell’art. 292. (Nella specie in una controversia avente ad oggetto il risarcimento dei danni relativi ad un incidente stradale la domanda nuova era stata proposta dalla compagnia assicuratrice contro l’«assicurato» rimasto contumace per rivalersi di quanto corrisposto agli attori) Cass. civ. sez. III 1 marzo 2000 n. 2305
La mancata dichiarazione di contumacia della parte costituitasi mediante procuratore privo di ius postulandi non esclude la situazione di effettiva contumacia della parte medesima e quindi la sua possibilità di chiedere – ove ricorrano le condizioni previste dall’art. 294 c.p.c. – la rimessione in termini per riproporre difese ed eccezioni che prive di valore in quanto proposte dal procuratore suddetto sono precluse al momento della (successiva) regolare costituzione della stessa parte restando escluso che in mancanza di detta remissione tale preclusione possa essere superata dalla dichiarazione nell’atto della regolare costituzione di far proprie tutte le eccezioni e difese già dedotte dal difensore privo di ius postulandi stante l’inapplicabilità alla procura alle liti dell’istituto della ratifica che in ogni caso non potrebbe incidere sui diritti dei terzi (art. 1399 secondo comma c.c.) e cioè sulle decadenze già verificatesi ex art. 416 c.p.c Cass. civ. sez. lav. 13 agosto 1991 n. 8821
Salva l’ipotesi della concessa rimessione in termini prevista dall’art. 294 c.p.c. il convenuto contumace che si costituisce dopo che l’altra parte ha ottenuto l’ammissione della prova testimoniale non può riproporre la prova contraria diretta od indiretta nel senso che dovendo il contumace tardivamente comparso accettare la causa nello stato in cui si trova la costituzione in giudizio non ha alcun effetto restitutorio se non intervenga in suo favore la rimessione in termini nei limiti e secondo i presupposti del citato art. 294 Cass. civ. sez. I 27 dicembre 1990 n. 12177