Art. 479 – Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262 - Aggiornato alla legge 26 novembre 2021, n. 206)

Trasmissione del diritto di accettazione

Articolo 479 - codice civile

Se il chiamato all’eredità muore senza averla accettata, il diritto di accettarla si trasmette agli eredi (459).
Se questi non sono d’accordo per accettare o rinunziare, colui che accetta l’eredità acquista tutti i diritti e soggiace a tutti i pesi ereditari, mentre vi rimane estraneo chi ha rinunziato.
La rinunzia all’eredità propria del trasmittente include rinunzia all’eredità che al medesimo è devoluta (468, 519 ss.).

Articolo 479 - Codice Civile

Se il chiamato all’eredità muore senza averla accettata, il diritto di accettarla si trasmette agli eredi (459).
Se questi non sono d’accordo per accettare o rinunziare, colui che accetta l’eredità acquista tutti i diritti e soggiace a tutti i pesi ereditari, mentre vi rimane estraneo chi ha rinunziato.
La rinunzia all’eredità propria del trasmittente include rinunzia all’eredità che al medesimo è devoluta (468, 519 ss.).

Massime

In caso di trasmissione del diritto di accettare l’eredità, il trasmissario deve compiere due distinti atti di accettazione, essendo chiamato a succedere in due eredità, quella originaria e quella del trasmittente, sicché l’acquisto della qualità di erede del trasmittente non implica automaticamente anche l’acquisto dell’eredità alla quale quest’ultimo era chiamato. Cass. civ. sez. VI, 2 agosto 2017, n. 19303

La facoltà di accettazione tacita dell’eredità a norma dell’art. 476 c.c. spetta anche agli eredi del chiamato all’eredità il quale sia deceduto prima di averla accettata, in quanto, secondo l’art. 479, la delazione resta identica nel passaggio dal chiamato al suo erede, con la conseguenza che quest’ultimo oltre ad accettare l’eredità così come poteva accettarla il suo autore, può compiere, rispetto all’eredità, il cui diritto di accettare gli viene trasmesso, tutti gli atti spettanti al chiamato che prima della sua morte non abbia accettato l’eredità. Cass. civ. sez. II, 23 febbraio 1985, n. 1628

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