In tema di vendita forzata, rientrano tra i danni risarcibili dal creditore procedente, in favore dell’acquirente della cosa espropriata che ne abbia subito l’evizione, i costi sopportati dall’aggiudicatario per procurarsi la liquidità necessaria all’acquisto mediante finanziamento bancario, nonché, se il bene sia stato a sua volta trasferito ad un terzo, le spese ed i pagamenti dovuti dall’aggiudicatario al terzo, poiché entrambi questi rimborsi concorrono, ai sensi dell’art. 2921, cod. civ., al ripristino della situazione patrimoniale dell’acquirente anteriore alla vendita, il cui effetto traslativo è venuto meno per evizione. Cass. civ., sez. , III, , 12 febbraio 2015, n. 2750
In tema di espropriazione forzata, la dichiarazione di nullità del decreto di trasferimento dell’immobile pignorato, in accoglimento dell’opposizione agli atti esecutivi, facendo venir meno il trasferimento coattivo, e quindi la causa del prezzo pagato dall’aggiudicatario, consente a quest’ultimo, in applicazione del principio codificato dall’art. 2921, primo comma, c.c. per l’ipotesi di evizione, l’esercizio dell’azione di ripetizione, la quale, nel caso in cui la nullità sia dichiarata a seguito della cassazione della sentenza di merito che abbia rigettato l’opposizione, può essere proposta anche nel giudizio di rinvio, ove il processo esecutivo sia ormai chiuso, nei confronti del creditore procedente per la somma riscossa e del debitore per il residuo eventualmente attribuitogli, non essendovi alcuna ragione per onerare l’aggiudicatario dell’instaurazione di un autonomo processo di cognizione, avuto riguardo al suo incolpevole affidamento sull’intangibilità della vendita giudiziale ed alla consapevolezza da parte del creditore e del debitore che il denaro pagato non è più giustificato dallo scambio con il bene. Cass. civ., sez. , III, , 9 giugno 2010, n. 13824