Art. 2382 – Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262 - Aggiornato alla legge 26 novembre 2021, n. 206)

Cause di ineleggibilità e di decadenza

Articolo 2382 - codice civile

Non può essere nominato amministratore, e se nominato decade dal suo ufficio, l’interdetto, l’inabilitato, il fallito, o chi è stato condannato ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi.

Articolo 2382 - Codice Civile

Non può essere nominato amministratore, e se nominato decade dal suo ufficio, l’interdetto, l’inabilitato, il fallito, o chi è stato condannato ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi.

Massime

La disciplina delle società a responsabilità limitata, a seguito della novella di cui al d.l.vo 17 gennaio 2003, n. 6, non regolamenta le cause di ineleggibilità e di decadenza degli amministratori, sicché, riguardo ad essi, non trovano più applicazione, neppure per analogia, le norme dettate, per la società per azioni, dall’art. 2382 c.c. con la conseguenza che – salva diversa previsione statutaria – il fallimento dell’amministratore di società a responsabilità limitata non fine determina l’incapacità alla carica sociale. Cass. civ. sez. III, 8 agosto 2013, n. 18904

Ai fini della sussistenza della causa di ineleggibilità legata alla carica di amministratore di una società per azioni prevista dall’art. 2, n. 10, della legge 23 aprile 1981, n. 154, non è sufficiente la nomina, essendo indispensabile, per la costituzione del rapporto di amministrazione, l’accettazione del nominato, cui fa espresso riferimento l’art. 2385 c.c. Cass. civ. sez. I, 17 ottobre 2006, n. 22280

I soci di una società per azioni hanno il potere di stabilire requisiti di eleggibilità degli amministratori (e correlativamente cause di decadenza) diversi (ed ulteriori) rispetto a quelli indicati nell’art. 2382 c.c. ma la permanenza in carica degli amministratori non può dipendere dalla mera volontà dei soci espressa uti singuli, atteso che la norma che riserva all’assemblea la nomina e la revoca degli amministratori è inderogabile e che le deliberazioni dell’assemblea debbono essere inderogabilmente prese con l’osservanza del metodo collegiale. Cass. civ. sez. I, 14 dicembre 1995, n. 12820

 

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