Art. 1660 – Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262 - Aggiornato alla legge 26 novembre 2021, n. 206)

Variazioni necessarie del progetto

Articolo 1660 - codice civile

Se per l’esecuzione dell’opera a regola d’arte è necessario apportare variazioni al progetto (1661) e le parti non si accordano, spetta al giudice di determinare le variazioni da introdurre e le correlative variazioni del prezzo.
Se l’importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l’appaltatore può recedere dal contratto (1373) e può ottenere, secondo le circostanze, un’equa indennità.
Se le variazioni sono di notevole entità, il committente può recedere dal contratto (1373) ed è tenuto a corrispondere un equo indennizzo.

Articolo 1660 - Codice Civile

Se per l’esecuzione dell’opera a regola d’arte è necessario apportare variazioni al progetto (1661) e le parti non si accordano, spetta al giudice di determinare le variazioni da introdurre e le correlative variazioni del prezzo.
Se l’importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l’appaltatore può recedere dal contratto (1373) e può ottenere, secondo le circostanze, un’equa indennità.
Se le variazioni sono di notevole entità, il committente può recedere dal contratto (1373) ed è tenuto a corrispondere un equo indennizzo.

Massime

In tema di appalto, le variazioni non previste nel progetto, ove strettamente necessarie per la realizzazione dell’opera, possono essere eseguite dall’appaltatore senza la preventiva autorizzazione del committente ma, in tal caso, ove manchi l’accordo tra le parti, spetta al giudice accertarne la necessità e determinare il corrispettivo delle relative opere, parametrandolo ai prezzi unitari previsti nel preventivo ovvero ai prezzi di mercato correnti. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10891 del 4 maggio 2017

Nel caso in cui il corrispettivo d’appalto, secondo un progetto che non preveda l’esecuzione di determinate opere, sia stato stabilito senza alcun riferimento alle opere ulteriormente sopravvenute e realizzate, il prezzo delle necessarie variazioni integrative, a meno che non risulti una contraria volontà delle parti, non può considerarsi compreso in quello previsto nell’appalto e, anche quando il progetto sia stato predisposto dall’appaltatore, deve essere determinato dal giudice ai sensi dell’art. 1660 c.c. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9796 del 4 maggio 2011

Le contestazioni circa la eventuale ineseguibilità del progetto o la necessità di variazioni, ai fini dell’esonero dell’appaltatore dalle responsabilità che la legge espressamente gli attribuisce, devono essere tempestivamente comunicate da questi direttamente al committente, e non al direttore dei lavori, atteso che costui, quale ausiliare del committente, ne assume la rappresentanza limitatamente alle sole materie strettamente tecniche. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5632 del 19 giugno 1996

Nel caso in cui il corrispettivo dell’appalto, secondo un progetto che non preveda l’esecuzione di determinate opere, imposte da disposizioni normative inderogabili (nella specie, travature di collegamento delle fondazioni in zona sismica), sia stato stabilito senza alcun riferimento alle predette opere, il prezzo delle necessarie variazioni integrative, a meno che non risulti una contraria volontà delle parti, non può considerarsi compreso in quello previsto nell’appalto e, anche quando il progetto sia stato predisposto dall’appaltatore, deve essere, pertanto, determinato dal giudice ai sensi dell’art. 1660 c.c. Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3353 del 22 marzo 1993

La norma dell’art. 1660 c.c., che disciplina le variazioni necessarie al progetto dell’appalto, riguarda un’ipotesi di impossibilità dell’oggetto e costituisce espressione della volontà del legislatore di non attribuire uguale efficacia a qualsiasi ipotesi di impossibilità dell’oggetto, in quanto prevede, diversamente dall’art. 1672 c.c. (relativo all’impossibilità assoluta di conseguimento del risultato), che il contratto abbia esecuzione anche se il suo oggetto sia divenuto in parte impossibile, e ciò mediante l’introduzione delle necessarie varianti, i cui limiti le parti possono anche avere preventivamente determinato, e tale soluzione resta valida anche con riferimento ad un’impossibilità originaria, perché nulla vieta che le parti, con apposite clausole contrattuali, deroghino alla disciplina generale, prevedendo la possibilità di un mutamento parziale dell’oggetto al fine di renderlo possibile anche nell’eventualità che si riscontri un’ impossibilità originaria di realizzazione del progetto. Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1364 del 5 marzo 1979

La disciplina delle variazioni necessarie del progetto dell’opera appaltata, posta dall’art. 1660 c.c., contempla l’ipotesi in cui, durante l’esecuzione del contratto, sia necessario apportare variazioni al progetto, il cui costo è a carico del committente, non le ipotesi in cui la necessità di variazioni sia accertata dopo l’esecuzione del contratto e sia dovuta all’inadeguatezza dell’esecuzione stessa, in cui il costo delle opere è a carico dell’appaltatore a norma dell’art. 1668, primo comma, c.c. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5666 del 30 novembre 1978

La facoltà di recesso dell’appaltatore è prevista dal secondo comma dell’art. 1660 c.c., per il solo caso che si rendano necessarie all’esecuzione dell’opera variazioni del progetto eccedenti il sesto del corrispettivo totale dell’appalto. Invece, per variazioni non necessarie, che superino tale limite, l’art. 1661 c.c., attribuisce all’appaltatore soltanto la facoltà di rifiutarsi di eseguirle e di continuare l’esecuzione dell’opera secondo il progetto originario, ma non anche quella di recedere dal contratto. Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3267 del 16 novembre 1971

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