In caso di caparra (penitenziale) con pattuizione del diritto di recesso, la parte in cui favore tale diritto è stipulato, se inadempiente, può paralizzare la domanda di adempimento proposta nei suoi confronti esercitando tale diritto in via di azione o di eccezione riconvenzionale, ma non può paralizzare la domanda di risoluzione per inadempimento che, se accolta, per l’effetto retroattivo della pronuncia al momento della sua proposizione, rende priva di efficacia la dichiarazione di recesso che sia stata comunicata in un momento successivo. Cass. civ. sez. II 11 marzo 1988, n. 2399
Poiché la caparra penitenziale ha soltanto natura convenzionale, la facoltà di liberarsi degli obblighi assunti con il pagamento del doppio di quanto corrisposto è consentita soltanto nei casi in cui le parti abbiano espressamente previsto la caparra, quale corrispettivo del diritto di recedere, in maniera certa nella pattuizione, senza che la stessa possa esser tratta sulla base di una generica indicazione. Cass. civ. sez. III 4 ottobre 1983, n. 5777
Nel caso che le parti contraenti abbiano concordato il diritto di recesso, mediante la corresponsione della caparra o del doppio di questa (caparra penitenziale), il contratto si risolve per semplice volontà di una delle parti, senza che occorra accertare la inadempienza. In tale ipotesi per l’acquisizione della caparra o per il sorgere dell’obbligo del pagamento del doppio di essa non è necessario l’esperimento dell’azione di risoluzione. Cass. civ. sez. I, 13 ottobre 1970, n. 1980