Bonafede annuncia: il processo civile sarà totalmente digitale entro fine 2020

Alfonso bonafede

Il Ministro di Grazia e Giustizia, Alfondo Bonafede, è intervenuto al Forum Ambrosetti, e nel suo intervento ha tracciato la strada del processo civile telematico: “entro il 2020 tutto il processo civile, dal primo grado alla Cassazione, sarà digitale”.

Nel suo intervento ha esposto gli obiettivi raggiunti negli ultimi due anni ed annunciato la riforma del processo civile e penale, e il rinnovamento del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il Ministro, riportando i dati raccolti dal progetto “Doing Business” della Banca Mondiale, ha evidenziato come l’Italia sia scesa dal 51esimo al 58esimo posto per “incapacità di risoluzione delle controversie civili e commerciali” e che proprio per questo motivo si è resa necessaria l’introduzione di un rito civile “snello, prevalentemente scritto, nel quale scompaiono tempi, carenze e udienze che si sono rivelate – perché siamo partiti sempre da uno studio empirico – sostanzialmente inutili”.

Per quanto concerne la riforma del rito penale, ha poi aggiunto “per la prima volta avremo dei tempi, effettivi, di durata massima. Nelle indagini preliminari ci sono dei criteri molto rigidi di valutazione di quei termini e c’è tutta una serie di meccanismi che rende quei tempi effettivi. Con maggiore responsabilizzazione, per esempio, anche della magistratura”.

Nell’intervento ha anche affrontato il tema della prescizione, tema molto dibatutto in sede legislativa e nei talk-show politici, affermando di non essersi pentito della riforma da lui proposta e riportando dei dati che, a suo parere, ridimensionano la portata dell’istituto della prescrizione sui tempi di smaltimento delle pratiche: “là dove gli uffici giudiziari hanno una buona organizzazione e funzionano, come per esempio a Milano, la prescrizione ha un’incidenza praticamente nulla: parliamo del 2% sulle cause.

L’ultimo tema affrontato è quello della riforma del Csm, il Guardasigilli, infatti, ha promesso l’introduzione di norme per evitare “il deprecabile fenomeno delle nomine a pacchetto e che verranno  “introdotti degli illeciti disciplinari specifici in caso di mancata ottemperanza rispetto ai necessari interventi per migliorare il tempo di smaltimento dei processi all’interno degli uffici giudiziari”.

Il Ministro ha chiuso il suo intervento con una precisazione tra il confine magistratura-politica precisando che vi sarà una norma che “stabilisce che il magistrato che viene eletto in politica non possa più tornare a svolgere la funzione giudicante o requirente”.

alfonso bonafede

Il Ministro di Grazia e Giustizia, Alfondo Bonafede, è intervenuto al Forum Ambrosetti, e nel suo intervento ha tracciato la strada del processo civile telematico: “entro il 2020 tutto il processo civile, dal primo grado alla Cassazione, sarà digitale”.

Nel suo intervento ha esposto gli obiettivi raggiunti negli ultimi due anni ed annunciato la riforma del processo civile e penale, e il rinnovamento del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il Ministro, riportando i dati raccolti dal progetto “Doing Business” della Banca Mondiale, ha evidenziato come l’Italia sia scesa dal 51esimo al 58esimo posto per “incapacità di risoluzione delle controversie civili e commerciali” e che proprio per questo motivo si è resa necessaria l’introduzione di un rito civile “snello, prevalentemente scritto, nel quale scompaiono tempi, carenze e udienze che si sono rivelate – perché siamo partiti sempre da uno studio empirico – sostanzialmente inutili”.

Per quanto concerne la riforma del rito penale, ha poi aggiunto “per la prima volta avremo dei tempi, effettivi, di durata massima. Nelle indagini preliminari ci sono dei criteri molto rigidi di valutazione di quei termini e c’è tutta una serie di meccanismi che rende quei tempi effettivi. Con maggiore responsabilizzazione, per esempio, anche della magistratura”.

Nell’intervento ha anche affrontato il tema della prescizione, tema molto dibatutto in sede legislativa e nei talk-show politici, affermando di non essersi pentito della riforma da lui proposta e riportando dei dati che, a suo parere, ridimensionano la portata dell’istituto della prescrizione sui tempi di smaltimento delle pratiche: “là dove gli uffici giudiziari hanno una buona organizzazione e funzionano, come per esempio a Milano, la prescrizione ha un’incidenza praticamente nulla: parliamo del 2% sulle cause.

L’ultimo tema affrontato è quello della riforma del Csm, il Guardasigilli, infatti, ha promesso l’introduzione di norme per evitare “il deprecabile fenomeno delle nomine a pacchetto e che verranno  “introdotti degli illeciti disciplinari specifici in caso di mancata ottemperanza rispetto ai necessari interventi per migliorare il tempo di smaltimento dei processi all’interno degli uffici giudiziari”.

Il Ministro ha chiuso il suo intervento con una precisazione tra il confine magistratura-politica precisando che vi sarà una norma che “stabilisce che il magistrato che viene eletto in politica non possa più tornare a svolgere la funzione giudicante o requirente”.