Aborto: la situazione negli U.S.A. e in Italia

Se la Corte Suprema statunitense con la recente pronuncia che annulla la sentenza Roe v. Wade del 1973 ha sancito la sorte di milioni di donne americane, anche nel Nostro Paese l’obiezione di coscienza mette in pericolo il diritto all’aborto.

Aborto

La situazione negli U.S.A.

La sentenza con la quale la Corte Suprema americana abolisce il diritto all’aborto, annullando la sentenza Roe v. Wade del 1973 che da 50 anni garantisce alle donne tale diritto, è destinata a far discutere. D’ora in poi, i singoli Stati federali, saranno liberi di applicare le loro leggi in materia.
La decisione della Corte suprema americana di abolire il diritto all’aborto come principio costituzionale ha sancito una sorta di condanna per milioni di donne in America. Se c’è chi in America, come l’ex Presidente Trump, esulta per la “Volontà di Dio”, la situazione dell’aborto in Italia non è affatto rassicurante, pur essendoci, in teoria, una legge che lo tutela.

Cos’è l’aborto

Per aborto si intende l’interruzione spontanea o volontaria di una gravidanza. Giuridicamente ed eticamente si discute di interruzione volontaria della gravidanza (abbreviata, IVG). In Italia questa è regolata dalla legge 194 del 1978, successivamente confermata dai referendum del 1981.

La legge 194 è sufficiente?

Da un’analisi della situazione in Italia è chiaro come la sola 194 non basti più. Se la legge del 1978, 44 anni fa costituiva una vera e propria rivoluzione, oggi appare necessariamente da rivedere.
La legge 194 prevede che ogni donna possa abortire entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari e che, quindi, dipendono dalla volontà della persona stessa. Ma se la regola c’è, come sempre accade, c’è anche l’eccezione. Che in Italia si traduce in una estrema difficoltà ad accedere alla procedura.
L’IVG viene praticata all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Il percorso è gratuito. La richiesta deve essere firmata dalla donna richiedente e dal medico che effettua consulenza e visita medica.
In caso di richiesta di IVG da parte di minori è necessaria l’autorizzazione di entrambi i genitori che esercitano la responsabilità; nel caso in cui manchi il consenso genitoriale la situazione viene sottoposta al giudice tutelare attraverso una relazione dei Servizi sociali.
Dopo i 90 giorni di gestazione un’eventuale interruzione di gravidanza è subordinata alla valutazione su gravi compromissioni dello stato di salute della madre o del feto, sempre da parte di personale medico.

La situazione in Italia

Il numero di interruzioni volontarie di gravidanza in Italia è in continua discesa e i tassi di abortività sono tra i più bassi al mondo. Il Ministero della Salute ha pubblicato una relazione relativa all’anno 2020.
Nel 2020 in Italia ci sono stati 66.413 IVG, il 9,3% in meno rispetto al 2019 e circa un quarto rispetto al picco massimo di 234mila registrato nel 1983. Secondo i dati ci sono 5,4 interruzioni ogni mille donne tra i 15 e i 49 anni (-6,7% rispetto al 2019). La fascia di età in cui si registrano tassi più elevati è quella compresa tra i 30 e i 34 anni (9,4 per mille). Sono invece le ragazze più giovani, al di sotto dei 20 anni, quelle in cui si è registrato il calo più importante: -18,3%, con un tasso di abortività passato dal 3,7 per mille del 2019 al 3 per mille del 2020.
Cala, seppur lievemente, la quota di ginecologi obiettori: nel 2020 erano il 64,6% rispetto al 67% dell’anno precedente.
Ma se si guarda alla distribuzione degli obiettori di coscienza il quadro che emerge è drammatico: sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) le strutture sanitarie nazionali con il 100% di personale sanitario obiettore, tra ginecologi, anestesisti, infermieri e OSS. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%.
Si notano ampie differenze regionali in materia di obiezione di coscienza dei medici e personale sanitario: nella provincia autonoma di Bolzano esercita il diritto all’obiezione l’84,5% dei ginecologi, in Abruzzo l’83,8%, in Molise l’82,8%, in Sicilia l’81,6%, in Basilicata l’81,4%. I minori tassi di obiezione tra i ginecologi si riscontrano in Valle d’Aosta (25%).
Non solo negli Usa, dunque, ma anche in Italia può diventare impossibile interrompere una gravidanza. Questo viene compensato dall’incremento dell’utilizzo della pillola Ru486.

Come si pratica l’aborto?

L’aborto può essere di due tipi:

  • chirurgico;
  • farmacologico.

Se non sussistono controindicazioni mediche è possibile scegliere la tipologia.

L’aborto farmacologico

La via farmacologica è praticabile se la gravidanza non supera i 63gg (9 settimane) dall’ultima mestruazione e se non ci sono controindicazioni all’uso dei farmaci previsti. È un procedimento che avviene a livello ambulatoriale in due fasi. Nella prima si assume un farmaco (la Ru486) e, trascorse 48 ore, si passa al secondo farmaco che facilita il distacco e l’espulsione del prodotto del concepimento. La sintomatologia sarà assimilabile a quella di un aborto spontaneo nelle fasi iniziali di gravidanza. Si rimane sotto osservazione per alcune ore e poi si può tornare a casa.
Dopo circa due settimane  dalla seconda somministrazione è necessario effettuare una visita con ecografia di controllo per verificare l’avvenuto aborto ed escludere la necessità di ulteriori trattamenti.

L’aborto chirurgico

L’aborto medico-chirurgico comporta un ricovero in day hospital. Si entra la mattina presto e con dimissioni nel pomeriggio dello stesso giorno, salvo complicazioni. L’intervento, viene effettuato sotto anestesia, in sala operatoria.
Dopo circa 20 giorni dall’intervento occorre ripetere un test di gravidanza di laboratorio.

Cosa fare dopo l’Interruzione Volontaria di Gravidanza?

Dopo l’IVG è necessario eseguire una serie di controlli.
Rivolgendosi al Consultorio, oltre al controllo ginecologico, è possibile usufruire della consulenza psicologica e di attivazione di interventi di sostegno contattando il Servizio Sociale.<
È importante inoltre, per ridurre il rischio di gravidanze indesiderate, pianificare e iniziare subito la contraccezione che nei due anni successivi all’IVG è gratuita per le donne iscritte al SSN e per le studentesse fino ai 25 anni. Il counselling contraccettivo e l’avvio della contraccezione viene garantito già dai Reparti e dagli Ambulatori dove viene effettuata l’IVG.

aborto

La situazione negli U.S.A.

La sentenza con la quale la Corte Suprema americana abolisce il diritto all’aborto, annullando la sentenza Roe v. Wade del 1973 che da 50 anni garantisce alle donne tale diritto, è destinata a far discutere. D’ora in poi, i singoli Stati federali, saranno liberi di applicare le loro leggi in materia.
La decisione della Corte suprema americana di abolire il diritto all’aborto come principio costituzionale ha sancito una sorta di condanna per milioni di donne in America. Se c’è chi in America, come l’ex Presidente Trump, esulta per la “Volontà di Dio”, la situazione dell’aborto in Italia non è affatto rassicurante, pur essendoci, in teoria, una legge che lo tutela.

Cos’è l’aborto

Per aborto si intende l’interruzione spontanea o volontaria di una gravidanza. Giuridicamente ed eticamente si discute di interruzione volontaria della gravidanza (abbreviata, IVG). In Italia questa è regolata dalla legge 194 del 1978, successivamente confermata dai referendum del 1981.

La legge 194 è sufficiente?

Da un’analisi della situazione in Italia è chiaro come la sola 194 non basti più. Se la legge del 1978, 44 anni fa costituiva una vera e propria rivoluzione, oggi appare necessariamente da rivedere.
La legge 194 prevede che ogni donna possa abortire entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari e che, quindi, dipendono dalla volontà della persona stessa. Ma se la regola c’è, come sempre accade, c’è anche l’eccezione. Che in Italia si traduce in una estrema difficoltà ad accedere alla procedura.
L’IVG viene praticata all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Il percorso è gratuito. La richiesta deve essere firmata dalla donna richiedente e dal medico che effettua consulenza e visita medica.
In caso di richiesta di IVG da parte di minori è necessaria l’autorizzazione di entrambi i genitori che esercitano la responsabilità; nel caso in cui manchi il consenso genitoriale la situazione viene sottoposta al giudice tutelare attraverso una relazione dei Servizi sociali.
Dopo i 90 giorni di gestazione un’eventuale interruzione di gravidanza è subordinata alla valutazione su gravi compromissioni dello stato di salute della madre o del feto, sempre da parte di personale medico.

La situazione in Italia

Il numero di interruzioni volontarie di gravidanza in Italia è in continua discesa e i tassi di abortività sono tra i più bassi al mondo. Il Ministero della Salute ha pubblicato una relazione relativa all’anno 2020.
Nel 2020 in Italia ci sono stati 66.413 IVG, il 9,3% in meno rispetto al 2019 e circa un quarto rispetto al picco massimo di 234mila registrato nel 1983. Secondo i dati ci sono 5,4 interruzioni ogni mille donne tra i 15 e i 49 anni (-6,7% rispetto al 2019). La fascia di età in cui si registrano tassi più elevati è quella compresa tra i 30 e i 34 anni (9,4 per mille). Sono invece le ragazze più giovani, al di sotto dei 20 anni, quelle in cui si è registrato il calo più importante: -18,3%, con un tasso di abortività passato dal 3,7 per mille del 2019 al 3 per mille del 2020.
Cala, seppur lievemente, la quota di ginecologi obiettori: nel 2020 erano il 64,6% rispetto al 67% dell’anno precedente.
Ma se si guarda alla distribuzione degli obiettori di coscienza il quadro che emerge è drammatico: sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) le strutture sanitarie nazionali con il 100% di personale sanitario obiettore, tra ginecologi, anestesisti, infermieri e OSS. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%.
Si notano ampie differenze regionali in materia di obiezione di coscienza dei medici e personale sanitario: nella provincia autonoma di Bolzano esercita il diritto all’obiezione l’84,5% dei ginecologi, in Abruzzo l’83,8%, in Molise l’82,8%, in Sicilia l’81,6%, in Basilicata l’81,4%. I minori tassi di obiezione tra i ginecologi si riscontrano in Valle d’Aosta (25%).
Non solo negli Usa, dunque, ma anche in Italia può diventare impossibile interrompere una gravidanza. Questo viene compensato dall’incremento dell’utilizzo della pillola Ru486.

Come si pratica l’aborto?

L’aborto può essere di due tipi:

  • chirurgico;
  • farmacologico.

Se non sussistono controindicazioni mediche è possibile scegliere la tipologia.

L’aborto farmacologico

La via farmacologica è praticabile se la gravidanza non supera i 63gg (9 settimane) dall’ultima mestruazione e se non ci sono controindicazioni all’uso dei farmaci previsti. È un procedimento che avviene a livello ambulatoriale in due fasi. Nella prima si assume un farmaco (la Ru486) e, trascorse 48 ore, si passa al secondo farmaco che facilita il distacco e l’espulsione del prodotto del concepimento. La sintomatologia sarà assimilabile a quella di un aborto spontaneo nelle fasi iniziali di gravidanza. Si rimane sotto osservazione per alcune ore e poi si può tornare a casa.
Dopo circa due settimane  dalla seconda somministrazione è necessario effettuare una visita con ecografia di controllo per verificare l’avvenuto aborto ed escludere la necessità di ulteriori trattamenti.

L’aborto chirurgico

L’aborto medico-chirurgico comporta un ricovero in day hospital. Si entra la mattina presto e con dimissioni nel pomeriggio dello stesso giorno, salvo complicazioni. L’intervento, viene effettuato sotto anestesia, in sala operatoria.
Dopo circa 20 giorni dall’intervento occorre ripetere un test di gravidanza di laboratorio.

Cosa fare dopo l’Interruzione Volontaria di Gravidanza?

Dopo l’IVG è necessario eseguire una serie di controlli.
Rivolgendosi al Consultorio, oltre al controllo ginecologico, è possibile usufruire della consulenza psicologica e di attivazione di interventi di sostegno contattando il Servizio Sociale.<
È importante inoltre, per ridurre il rischio di gravidanze indesiderate, pianificare e iniziare subito la contraccezione che nei due anni successivi all’IVG è gratuita per le donne iscritte al SSN e per le studentesse fino ai 25 anni. Il counselling contraccettivo e l’avvio della contraccezione viene garantito già dai Reparti e dagli Ambulatori dove viene effettuata l’IVG.